Cartelle

Mi innamoravo di tutto - Stefano Zorba







In questi ultimi giorni, si è presentata l'occasione di avere tra le mie mani il primo romanzo scritto da Stefano Zorba, alias Stefano Filippini che nasce come Rapper a Brescia  , grazie alla casa editrice "Edizioni Alternative" .

                                                                   
 Il romanzo è collegato e prende ispirazione da una famosa canzone di De andrè, "Coda di Lupo" che il protagonista ascolta per la prima volta durante un corteo di studenti manifestanti , e che diventerà per lui fonte di ispirazione tanto da identificarsi in esso.
















La storia verrà raccontata da lui stesso con dure parole e aggiaccianti dettagli, mentre è tenuto ostaggio dai servizi segreti italiani.
Coda di Lupo nasce come un normale  studente che di fronte ai continui tagli sulla scuola pubblica, decide di partecipare ai cortei tenutesi a Genova durante il G8.
Come è noto a tutti, i cortei diventarano campo di scontri tra i Black Bloc e i Carabinieri,
coinvolgendo anche i partecipanti pacifici.
In questo scenario, Coda di Lupo deve sscegliere  se iniziare a combattere, se scappare, o se tentare di fermare in qualche modo le forze dell'ordine.
 Lui non ero un black bloc, ma voleva battersi per i suoi ideali e per la speranza di un mondo migliore. Perchè credeva che qualcosa potesse cambiare.



















Questi suoi ideali lo accompagneranno, in seguito,  nella guerra civile in Val Susa.
Si dimostrerà un vero dissidente fino alla fine. Nonostante le inumane torture subite dagli agenti, cercherà di resistere dal spifferare tutti i nomi dei suoi compagni.
La parte artistica dell'autore, è ben presente in tutto il romanzo. Pur di non impazzire tra le quattro mura della cella in cui è imprigionato, Coda di Lupo crererà nella sua mente una playlist di gruppi e solisti. Questa scelta mi è davvero piaciuta,anche in base ai miei gusti musicali.



















Quello che questo libro mi ha lasciato, in sintesi, non è più che altro una visione dei fatti accaduti durante questi scontri, penso che il suo intento è quello di smascherare lo Stato come sua entità, assolutista e contradditoria, che si serve dei suoi strumenti non per aiutare i cittadini , ma per i propri bisogni. Uno Stato cieco di fronte ad atroci avvenimenti e che lo porta a non distinguere il terrorista dal dissidente .




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